domenica 19 novembre 2006

Muhammad XV

Muhammad fu incoronato la settimana successiva al funerale del padre.

L'America
Notabile fu la spedizione del fratello minore, Muhammad anche lui, oltreoceano. Tale atto era stato dettato dalla vivacità coloniale inglese: senza altri concorrenti europei tranne la debole Francia, l'Inghilterra in America doveva solo confrontarsi con le popolazioni native e ogni anno sempre più stabilimenti erano fondati. Fu scelto per creare un avamposto in America il fratello che si era convertito al cristianesimo. Questi raccolse circa 300 Spagnoli e partì per l'occidente. Quando partirono non sapevano ancora dove stabilirsi definitivamente, ma arrivati nei Caraibi si trovò una sistemazione: un'isola, chiamata poi Barbados, aveva visto uno scontro tra un'insediamento misto guarnigione inglese e i Caribi locali. Superati di numero gli Inglesi furono sterminati, ma in cambio attaccarono ai nativi varie malattie del loro continente. Trovando quindi le ultime comunità caribiche nel sud dell'isola, Muhammad e i suoi si stabilirono a nord, fondando il Fuerte de los Flamencos.

La guerra civile nell'impero Songhai
Due anni dopo l'impresa coloniale, nel Songhai, il successore di (Askia) Daoud, Askia al-Hajj, venne rovesciato, guarda caso durante un pellegrinaggio. Tornato di tutta fretta da metà percorso, dovette affrontare l'usurpatore, Muhammad Bana, a sua volta contrastato dal cognato, Ishaq II.
Raccolta un'armata di 4000 tra Mandé e Songhai, al-Hajj incontrò Muhammad Bana, con altrettanti Bozo e Hausa a Fana. Lo scontro risultò in un sostanziale pareggio e i due contendenti si ritirarono uno a Gao e l'altro Jenné. Ishaq invece, senza un grande seguito, si rifugiò a Essouk, controllando tutto il nord dell'impero.
Tuttavia Ishaq nella sua ritirata aveva portato con sé tutto l'arsenale esplosivo e quindi aveva bloccato i rivali alle armi tradizionali.
Passando per le vie carovaniere, Ishaq si recò da Muhammad, che soggiornava a Fez al momento, prostrandosi davanti a lui e chiedendogli aiuto.
Egli, valutando la situazione, accettò. Ishaq infatti aveva trovato l'alleanza con il Kanem-Bornu e il Baguirmi, che fino a pochi anni prima avevano minacciato sia il Benin sia Granada. Inoltre, Ishaq era parente dei Nasridi, avendo la sorella sposato il terzo fratello di Mohammad.
Come prima mossa per riportare l'unità nell'alleato, Mohammad contattò gli altri due contendenti, offrendo loro la resa. Rifiutata da entrambi, gli alleati di Ishaq marciarono uniti sotto re Idris III verso Gao, ma al-Hajj li intercettò e sconfisse in un'imboscata presso il lago Ciad. Perso il sostegno a oriente, scattò la seconda parte della strategia. In contemporanea, l'armata mercenaria di Ishaq, finanziata dagli iberici, con i suoi precedenti sostenitori marciò da Essouk e Paranama Yoli, luogotenente del regno Mossi di Wagadougou (regno che aveva una storica rivalità con l'impero) partì verso nord-est. Eludendo Muhammad Bana, i due contingenti s'incontrarono ma al-Hajj sfuggì alla battaglia.
Vedendosi superato di numero, propose l'alleanza a Bana, per poi contendersi il regno eliminato il terzo incomodo. Questi, volendo dare una dimostrazione di forza allo scomodo alleato granatino, accettò.
Mentre raccoglievano ulteriori forze, lo stesso Mohammad arrivò a Gao, conquistata, con 1000 uomini della guardia. A poche miglia dalla stessa si confrontarono gli eserciti. Circa 20000 uomini di Muhammad Bana e al-Hajj dovevano sconfiggere metà dei nemici.
La topografia era semplice: una piana senza particolari alture, divisa a metà da un corso d'acqua stagionale.
Vedendo che, a causa di problemi negli ordini, l'esercito di Paranama stentava a schierarsi bene, Muhammad Bana caricò l'ala sinistra dello schieramento nemico, con Muhamamd XV e Ishaq II, la più pericolosa, seguito a ruota dall'altro. Arrivati al ruscello, lo schermo di fanteria di Granada si dissolse, rivelando tutti i cannoni e dietro la fanteria pesante.
Un'unica salva colpì quasi a bruciapelo i nemici, martoriandone i ranghi e questo fu troppo per gli uomini di Muhammad, che non avevano mai visto la polvere da sparo in funzione. Ruppero i ranghi prima ancora di entrare in contatto e si diedero alla fuga, inseguiti da diversi Mossi, che avevano aggirato la massa dei nemici caricanti.
L'esercito di al-Hajj invece resistette, poiché la maggior parte dei suoi erano veterani della guerra dei 5 anni o ex guardie reali.
Facendo fuggire gli artiglieri, si scontrarono contro la Guardia e i mercenari, ma non avrebbero retto a lungo, a causa delle loro armature. Per ovviare a ciò, con l'armata di Paranama ormai impegnata nell'inseguimento, il re consegnò i 200 cavalieri della Guardia a Ishaq, che comandava già i suoi 700 e gli ordinò di caricare. Alla testa di 900 cavalieri corazzati irruppe sul fianco sinistro di al-Hajj, che cadde nella carica assieme a tutta la sua guardia, facendo crollare il morale degli altri, portandoli alla rotta. In sole due ore erano rimasti sul campo 3000 uomini.
Il re frenò comunque Ishaq dall'inseguimento, ordinandogli di lasciare il comando al suo secondo. Dopo la battaglia i Mossi furono mandati a mettere al sicuro l'occidente, mentre i mercenari spensero gli ultimi focolai a sud. Rimasto a Gao con Ishaq, il re usò la sua guardia per bloccare quella di Ishaq e gli impose di fare atto di sottomissione a guerra terminata, portando l'impero in posizione subordinata e attingendo dalle sue casse per ricompensare i Mossi. Anche Muhammad Bana morì combattendo e nel 1588 Ishaq fu riconosciuto definitivamente come Askia Ishaq II, vassallo di Muhammad XV.
Quando morì, tre anni dopo, il potere passò al piccolo Daoud II, di sette anni, sotto la reggenza della madre e del visir, ma sette anni dopo anche lei morì e immediatamente Muhammad mandò un esercito a Timbuktu e Gao per prendere in ostaggio il da pochissimo maggiorenne imperatore. Coi maggiori centri del suo dominio occupati e avendo perso l'appoggio di numerosi nobili, comprati dalla prospettiva di poter sfruttare privatamente le miniere reali d'oro, fu obbligato a un'ulteriore umiliazione. Firmando la sottomissione, tutto il suo regno era reso a una delle tante entità tributarie africane e indiane di Granada, senza possibilità di decisione in politica estera, divenenendo de facto un governatore per conto di Granada. Alla sua morte a causa del colera, nel 1600, il regno divenne parte del governatorato di Marocco e nulla rimase dell'autorità regale, delegata ai nobili.
Il seguito
I successivi anni passarono in pace. Al-Meriya nel 1590 partecipò alla conferenza di Lecco circa la guerra tra Sicilia e Napoli.
L'anno successivo, il 1591, poco prima di Natale, Muhammad celebrò i 1000 anni dell'egira, secondo il gusto decennale di molti studiosi, inaugurando la nuova grande moschea di Barcellona e indicendo due settimane di festa in tutto il regno.
Tre anni più tardi venne riformata parte del codice penale: ancora più reati furono analizzati dalla scuola di giurisprudenza toletina, che s'ispirava in parte al diritto romano. La schiavitù venne reintrodotta, ma statale e solo per crimini come furto aggravato, blasfemia reiterata e atti di pubblica sodomia e tutti i tipi di frode. Per i piccoli crimini e i debiti invece la pena da punizioni corporali e detenzione divenne uno stato di semischiavitù, ossia l'obbligo di alcune corvée alla parte lesa per un periodo proporzionale al danno. Ciò entrò in vigore con l'Editto di Cadice.
Muhammad morì nel 1605 e gli succedette il nipote, figlio del fratello "apostata", musulmano, che prese il nome di Muhammad XVI.

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