sabato 18 novembre 2006

Il teatro europeo

In contemporanea alla campagna africana, Delsez lanciò la campagna in Francia. Che fu fermata da un'epidemia in campo francese.
Il tifo colpì l'armata e tutta la regione, dimezzando l'esercito francese. Ciò nonostante il re mosse comunque, dividendo le forze in due tronconi da 5000 uomini e uno da 25000.
Delsez da canto suo si vide costretto a marciare compatto, senza articolare niente. Fu però aiutato dal colonnello Bertic, che comandava la cavalleria autonoma della Linguadoca (1600 effettivi) a cui era stato accorpato il reggimento gallego del conte Almerida (2000). Sorprendendo lo stesso suo stato maggiore, intraprese una lunga cavalcata nel Perigord, appena dietro le retrovie nemiche, per tagliare i rifornimenti. Dopo due settimane di attività, finse addirittura di assediare Périgueux, facendo tentennare il re e permettendo al grande esercito aragonese di raggiungere Delsez. Vistosi accerchiato, il barone di Vergt, Xavier Dacos, guidò i suoi 5000 uomini contro la cavalleria di Bertic, ottenendo una vittoria più facile del previsto e aprendo la strada alla ritirata del resto dell'esercito, che avrebbe lasciato la Francia del sud aspettando che i soldati dalle Fiandre arrivassero.
Vistosi improvvisamente disingaggiato, Delsez lasciò un distaccamento a Périguex e portò il resto dell'esercito a est, attaccando le principali fortezze francesi. Entro la controffensiva, lungamente posticipata, arrivò a prendere tutta la Francia meridionale dalla Guyenne al Lyonnais all'Auvergne.
La fortezza di Mâcon.

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