sabato 18 novembre 2006

Digressione: la situazione politica nell'Europa e nel mondo

Un unico Imperatore per un unico Impero
Attorno al 1420, Nikolaus Askanien, l'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, riuscì nell'intento di limitare grandemente il potere dei feudatari (spaventati dalle nascenti potenze a est), rendendoli di fatto semplici suoi delegati imperiali. Solo i potenti duchi di Baviera e quelli di Brandeburgo rimasero con gli antichi poteri, divenendo assieme ai duchi di Meissen e Holstein gli unici elettori. L'Hansa di fatto cessò d'esistere. Gli Askanien erano frutto dell'unione dei sangui più nobili d'Europa: gli Asburgo, gli Aragonesi, i Plantageneti, i Savoia-Navarra e i Mickealian di Tessalonica s'erano imparentati con quella famiglia sassone. Finalmente, dopo secoli l'autorità imperiale era indiscussa, sebbene non s'estendesse sulla superficie originale (ad esempio, mancavano la Slesia e quasi tutta la costa baltica precedentemente conquistata). Nel 1429 il nuovo imperatore Manfred II dichiarò di voler far valere i suoi diritti di successione sul trono danese, dichiarando così guerra al regno nordico. Alleatosi agli Svedesi, dopo tre anni di guerra Manfred ottenne lo Slesvig e lo Jutland, gli Svedesi la Scania e Gotland, relegando il regno allo Sjaelland.

La Francia divisa
Con la morte dell'ultimo re dei Valois senza eredi, iniziò una cruenta guerra di successione. Il primo a ritirarsi fu il cugino, anche lui chiamato Charles, che s'accontentò del ducato di Linguadoca e la marca d'Armagnac. Alla sua morte pochi anni dopo (aveva 64 anni) il dominio fu spartito frai due figli, che assunsero il cognome in base alle terre su cui regnavano. La Linguadoca perderà poi nel 1442 Montpellier, passato nelle mani del nuovo re.
Nel 1426 il nuovo nobile a proclamarsi re fu Géraud di Gevaudan, appoggiato dal duca di Bordeaux e d'Angiò e dal re di Navarra. Altri contendenti erano il potente granduca di Borgogna e il principe del Bourbonnais, Henri. Bordeaux e tutti i suoi possedimenti caddero nelle mani degli inglesi entro il 1435. Nel 1449, con la battaglia di Foussemagne, la Borgogna fu definitivamente disfatta e asservita ai Borboni. Due anni prima eliminarono la Navarra (che ora era regnata non dagli Evreux ma dai Savoia), che rimase con la sola Bretagna nord-occidentale, il Piemonte (la Savoia fu conquistata) e la Navarra meridionale, enclave dopo la disfatta delle nazioni gemelle Armagnac-Linguadoca. Nel 1451 i Borboni (che avevano trasferito la capitale a Limoges, dato che Parigi era stata sfigurata dalla guerra) dichiararono guerra all'Inghilterra e in quattro anni conquistarono tutte le terre inglesi in Francia, a eccezione di Calais.

La creazione di un grande impero est europeo
Sin dalla fine del 1300 gli Angiò d'Ungheria iniziarono la loro espansione a est, bloccando i Mongoli. In 40 anni i loro dominii raggiungevano dimensioni ragguardevoli: dalla madrepatria arrivarono a governare il ducato di Croazia, l'est Europa non Polacco fino alla Curlandia, tutta l'attuale Ucraina e il bacino centrale del Don. Istvan d'Angiò nel 1411 poi sposò la regina di Polonia Elzbieta Piast: sarebbero comunque rimasti due regni divisi, che si sarebbero spartiti i figli alla loro morte, ma che sarebbero rimasti indissolubilmente legati. La Polonia inoltre conquistò una striscia fino alla Moldavia, che univa quindi i suoi territori balcanici e divideva per poche miglia quelli ungheresi. L'Ungheria poi negli anni '50 del secolo diede l'indipendenza formale all'Ucraina e conquistò la città di Pskov. I due regni uniti erano sterminati, dato che avevano approfittato dello smembramento dei Timuridi per arrivare fino al Caspio.
Solo un conte lituano non accettò sulla sua terra la sovranità angioina, Dausprungas Szapoylai, che ereditò il regno di Valacchia, Moladavia e Transilvania dalla madre e non giurò fedeltà ai sovrani congiunti. Per questo nella guerra perse la Moldavia, ma riuscì a mantenere il resto del territorio, alleandosi ai Serbi. Ottenne anche la fedeltà del conte di Rodi.

La Penisola Italica in fiamme, il Medioriente pure
Nel 1400 circa, i tunisini sbarcarono in Liguria, decisi a porre fine alla lotta tra loro e i potentati del nord Italia. In dieci anni la Liguria, l'Emilia e la Lombardia, oltre alla Sicilia, tunisina sin dal 1385 e la Provenza, furono assoggettate ai potenti signori tunisini. Non si ebbero molti problemi con la popolazione locale: la peste la stava decimando e i nuovi signori non peggiorarono la situazione. Entro il 1430, fatto inaudito, la Liguria e la Lombardia erano a maggioranza musulmana.
La repubblica di Pisa, intanto, era arrivata a dominare tutto il centro Italia, arrivando addirittura a esiliare il papa a Orvieto; ma in nemmeno un lustro dal suo apice, Gonzaga e Napoli schiacciarono i nuovi signori, spartendosi la penisola assieme a Venezia. A metà secolo alla fine la situazione si stabilizzò.
Nella penisola anatolica dagli anni '20 agli Eretnidi di sostituirono gli Ottomani, precedentemente loro vassalli, arrivando anche a conquistare buona parte del Caucaso meridionale e della Siria. Assieme all'Aden poi si coalizzarono contro gli Ospedalieri, padroni del Libano e della Giudea (eccetto Gerusalemme), riuscendo poi a prendere solo quest'ultima. Dovettero combattere per salvare i Mamelucchi dai Nubiani (la riscossa egiziana, con la respinta degli invasori fino alle loro terre natali avverrà solo nel 1500) e tentarono senza successo di sopprimere i signori delle isole egee. Nel 1398 l'Aden conquistò l'Hedjaz, divenendo padrone dell'Arabia occidentale e del Sinai.

Imperi si dissolvono e si formano nell'Asia centrale
Circa nel 1430 iniziò la dissoluzione dell'Impero Timuride. L'autorità di Samarcanda si faceva sempre più debole e i primi ad approfittarne furono i Russi e i Georgiani e Armeni. Questi però furono schiacciati vent'anni dopo dalle rinvigorite forze imperiali, mentre la Moscovia e il Vladimir furono eliminati dagli Svedesi (che avevo già occupato quasi tutte le terre dell'ex Ordine Teutonico). Altre province ribelli furono conquistate dagli Ungheresi. In breve seguirono le rivolte dell'Afghanistan e del Belucistan, che però rispettivamente soccomberà e diverrà vassallo della potente città di Kabul. In Persia la popolazione si ribellò a partire dal 1441, accettando a nord la sovranità ottomana e nel resto della regione quella del regno di Balkh, antica capitale degli emiri di Transoxiana, che arrivò al Golfo Persico e quella del Khorasan, nella Persia orientale. Dopo la metà del secolo, i Timuridi erano ridotti al Turkmenistan orientale, alle coste dell'Aral e agli Urali. Anni prima, quando i Turchi arrivarono in Bulgaria, con un esodo simile a quello degli Armeni con i Selgiuchidi, i Bulgari chiesero ospitalità ai Timuridi, che diedero loro in cambio di un tributo il Daghestan e l'Azerbaijan settentrionale, ormai spopolati dalle guerre. Si formò così il Regno di Bulgaria Orientale.
Nello stesso periodo i sultani di Delhi acquisirono enorme forza. I Sayyid, ripresisi, con un'infinità di piccoli-medi scontri (così era la loro nuova strategia) arrivarono nell'entroterra indiano fino a Hyderabad e a Pune, a nord fino a Lahore, a ovest fino a Kalat (tranne il Kashmir, detenuto da Kabul) e a est fino a Raipur. Tentarono di sottomettere l'opulento Gujarat, ma furono respinti.

Cina e Asia sud-orientale
A inizio secolo, la Cina aveva appena relegato i Mongoli che si muovevano dalla loro terra madre a sud, quasi in Indocina, dando loro alcune terre in cambio della difesa dei confini meridionali. Nel 1432 l'Imperatore Xuande decise di dirigere a nord la sua espansione: conquistò con l'aiuto della Corea tutto il territorio Manchu tranne le coste pacifiche in tre anni. Il figlio
Zhengtong riuscì ad annettere la Corea diplomaticamente imparentandosi con il regnante. Cinque anni dopo riprese la guerra con i Manchu, che divennero a tutti gli effetti dopo poche battaglie sudditi cinesi. Sotto il suo regno iniziò la conquista della Siberia da parte dei colonizzatori Hui (l'etnia di Zheng He), per sfuggire ai Chagatai che continuavano le razzie ai loro danni nella regione dello Xinjiang. Sotto il suo regno inotre Taiwan fu strappata agli autoctoni.
Ma l'autorità imperiale di Pechino era debole nelle province del Sichuan e del Qinghai, vessate dai governanti e queste si ribellarono, battendo sempre l'esercito imperiale. Ma dopo l'assedio di Chengdu, vinto a costo di gravi perdite, la popolazione delle due province coalizzatesi, chiese aiuto al Tibet. Questo, rafforzato di nuovo dopo l'affrancamento dai Mongoli e governato da un interregno secolarizzato, accettò e incorporò le province nel suo dominio, difendendole dai nuovi attacchi cinesi. Nel 1453 l'Imperatore fu obbligato a riconoscerle tibetane.
Intorno al 1410 avvennero nuovi sconvolgimenti dell'equilibrio più a sud. Lo stato Thai dell'Ayuttaya si riprese dal momentaneo vacillamento e sotto il re Inthararatcha si espanse ai danni dei Khmer, degli Stati Shan, della Malacca (Sultanato di Melaka) e dei Dai Viet, oltre asottomettere politicamente l'Aceh divenendo lo stato più forte del sud-est asiatico. Più a est, il sultanato del Brunei dopo la guerra vinta contro il sultanato di Sulu, iniziò a colonizzare ferocemente le isole del Pacifico attorno, con cruenti conflitti con gli indigeni ma con gran dispiego di forze e con il certosino lavoro diplomatico dei sultani da Sharif Ali a Bolkiah per sfruttare le rivalità dei nemici, prima della metà del 1500 praticamente tutto l'arcipelago indonesiano, quello malese e parte di Luzon e della Papua.

Africa occidentale e meridionale
A metà 1400, due grandi regni limitrofi, l'Impero Munhumutapa e il regno Xhosa dovettero far fronte al sovraffollamento. Gli Xhosa emigranti si spostarono a sud, fino ad arrivare alla punta meridionale dell'Africa, per poi risalire. Nel 1550 raggiunsero pacificamente la Namibia, dopo anni di lotte contro gli altri Bantu che sbarravano loro la strada. Emigranti da Zimbabwe invece si mossero verso la costa, arrivando a dominare tutto il delta dello Zambesi e fondando come estremi del loro dominio a nord Nampuia e a sud Inhambane.
Invece, in Occidente, in quarant'anni, dal 1430 al 1470 circa, il regno del Benin inglobò il regno del Mali e ridusse enormente quello Songhai, divenendo una potenza regionale.

Mesoamerica e America meridionale
A metà XV secolo, l'Impero Azteco raggiunse il suo apice, conquistando lo Yucatan ed eliminando definitivamente gli Zapotec e i popoli alleati, entrando così in guerra con i popoli del Messico settentrionale e dell'America centrale più a sud. Risale a quel periodo il primo attraverso l'America Centrale compiuto dagli Aztechi per stipulare relazioni con i potenti vicini meridionali, gli Incas (o Quechua).

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