sabato 18 novembre 2006

La seconda guerra Nasride-Castigliana e la campagna lusitana

Però, poco prima che la peste si diffondesse in Spagna, l'emiro di Tangieri (ex sceicco di Ceuta) ereditò la città suddetta, lasciando un cugino a Ceuta. Questi però si ribellò e senza dare il tempo d'intervenire si pose sotto il dominio marinidi.
Ma torniamo alla peste. In tre mesi tutta la Spagna nasride fu colpita dal morbo, arrivando anche a decimare l'80% della popolazione, ad Algeciras.
Particolarmente noto fu il caso di Malik, dimorante a Siviglia, che contrasse la peste e quindi il governo della città fu dato al terzogenito di Yusuf. Per questo motivo il diretto successore di Yusuf divenne il bastardo Salman, che pure fu notato sin da giovanissimo come un bambino prodigio: pochi si opposero alla sua posizione, neppure i fratelli.
Nel 1351, tornato con la sua corte a Granada dopo il periodo d'isolamento per sfuggire alla pestilenza, pensò di poter sfruttare l'inesperienza del re di Castiglia e il fatto di disporre di eserciti immuni al morbo che flagellava il resto della penisola. Quindi, subito a primavera mobilitò i suoi ormai ricomposti eserciti e dichiarò guerra al Regno di Castiglia. Il re e i suoi vassalli, anche raschiando il fondo, riuscirono a dar battaglia solo dopo che Cordoba e Calatrava erano state conquistate e Toledo era assediata. La battaglia di Ṭulayṭulah (Toledo) video 21.000 arabi-spagnoli contro 12.000 castigliani. "Solo" 2000 soldati d'ambo le parti morirono, ma gli eserciti cristiani si diedero alla fuga quasi subito, disperdendosi e non fu più possibile riunirli prima dell'anno successivo. Toledo si arrese immediatamente. In quel primo anno furono prese anche l'Estramdura meridionale (Badajoz), la Murcia intera compresa Almansa e la Mancha. Nel gennaio del 1352 il duca di Saragozza tentò una resistenza, ma futile. In quell'anno, furono occupate e poi distribuite frai vassalli la Navarra meridionale e addirittura tutta la Castiglia-Leon (anche se il re Fadrique continuò a chiamarsi re di Castiglia e Leon). A metà del 1352 rimanevano al re castigliano solo il Badajoz meridionale, le Asturie, la Navarra settentrionale e la Galizia. Chiese umiliandosi la pace e Yusuf accettò ben volentieri.
Mantenne sempre e comunque la sua politica di tolleranza religiosa e culturare e invitò ai vassalli a fare lo stesso.
Passò quattro mesi viaggiando per consolidare la sua posizione nelle nuove terre date agli emiri subordinati e infine entrò vittorioso a Granada, come un grande del passato, acclamato dalla folla e ricevendo ambasciate su ambasciate, per poi finalmente poter inaugurare la grande Alhambra, che portò lustro ancora maggiore alla sua città.
Per tre anni si occupò di ripareggiare i conti statali e finaziare i feudi messi peggio, in miseria e vessati dalle malattie.
Nel 1358, però, si compì una delle più interessanti imprese del secolo: Sencer Haplorabdes, il sultano di Karaman, si ritrovò nel 1356 grazie all'improvvisa offensiva bizantina praticamente senza le proprie terre in Anatolia. Fu quindi costretto ad abbandonarle e vagò per un anno come capitano di ventura con i suoi uomini. Poi, improvvisamente, il re Affonso di Coimbra del Portogallo si dichiarò ostile a lui e quindi gli fornì il pretesto per dichiarargli guerra. Sencer comandava uomini che erano sopravvissuti alla peste nera e che avevano proliferato, mentre Affonso doveva gestire terre ancora in preda al morbo. In poco più di sei mesi conquisto Porto, Coimbra, Castelo Branco, Evora, Lisbona, l'Alcacer do Sal e Mertola, esiliando il re portoghese battuto a Silves. Ma nemmeno in questo caso ci fu la pace. In un primo momento Yusuf guidò il suo esercito alla conquista dell'indipendente contea di Faro, il cui conte si arrese subito e anzi divenne parte del seguito del nasride, ma poi ne approfittò e dichiarò guerra al debole re portoghese, che non potette far altro che vedere Niebla, l'Algarve e la Bagranza cadere inermi, fino a quando gli eserciti nemici non arrivarono alla sua città. Lì si arrese pure lui, esiliandosi dal suo fratello, che era diventato al seguito di Pere d'Aragona conte di Seleucia.

I dominii nasridi nel 1359

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