domenica 19 novembre 2006

La prima guerra del Gujarat

Sin dal 1563 il Gujarat, preoccupato dall'espansione europea nell'area indiana, aveva vietato l'accesso ai mercanti di Granada al proprio commercio, che aveva l'apice nella nuova capitale di Rajkot, nuovo crocevia fra Africa, Persia e Oriente. Nel 1575, dopo numerose minacce, Ismail decise di andare per la guerra contro Muzaffar Shah III. A guidare le operazioni mandò il figlio con il suo consigliere Amhed al-Meriya, che avrebbe poi dovuto scegliere un altro generale locale. Nel frattempo, ottenne l'aiuto dell'Oman, anch'esso in cerca di rivincita contro l'atavico nemico.
In India Muhammad ottenne i servigi del re di Kochi -nominalmente- Keshava Ramavarma per l'appalto sui dazi portuali, che aveva perso all'epoca della prima colonizzazione, rimanendo però nella sua nuova capitale. Imbarcò i suoi 2000 uomini e 500 Portrumil, mentre l'Oman mandò 9000 fanti e 3000 cavalieri.
I coalizzati potevano permettersi così pochi uomini perché il servizio informativo omanita aveva scoperto che di lì a poco sarebbe iniziata l'invasione da parte di Delhi.
Le due armate s'incontrarono a Bhavnagar, da cui partirono verso l'interno, mentre Muzaffar era bloccato dall'assedio di Vadodara. Cinsero d'assedio Rajkot e la conquistarono facilmente, nonostante fosse stata munita dei migliori e più recenti sistemi di difesa dell'epoca. Muhammad, alla conquista, fece occupare il palazzo e le dimore dei più ricchi e vi si insediò, lasciando il resto della città agli alleati. Una settimana dopo, saputo dell'imminente rottura dell'assedio da parte di Muzaffar, prelevò il tesoro e ogni oggetto di valore dal palazzo, dalle case occupate e dai templi che avevano indicato come favoriti dalla famiglia reale (islamica), mentre toccò solo la moschea di palazzo, lasciandola agli Indiani. Infine, diede alle fiamme il palazzo. Dopo questa spoliazione, lasciò tutta la gestione del territorio occupato ai 26000 omaniti di stanza e si reimbarcò per Goa e il sud. Muzaffar Shah alla fine si liberò e fece la pace con Delhi. Dopo altri sette anni riuscì a raccogliere abbastanza guerrieri per cacciare l'esercito del sultano.
Dopo questa vittoria, fu comunque costretto a un accordo: con Muhammad, che era rimasto in India, se la cavò con privilegi ai suoi mercanti e il mantenimento del bottino, mentre l'Oman richiese lo stesso più il diritto di tenere presidi nelle maggiori città e la consegna di tutta la flotta.

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