sabato 18 novembre 2006

Il 1559-1560

Biennio ricco di eventi in Europa. Delsez mandò Idris abu Nasir con 9000 uomini in Italia, per unirsi ai coscritti locali e fronteggiare l'esercito provenzo-sabaudo, poiché i due ducati s'erano alleati alla Francia nel tentativo di ottenere terre in Italia; furono sconfitti a Cassinelle, complice il maltempo con cui abu Nasir aveva attaccato dai monti e firmarono subito la pace.
Nel mentre, il re scendeva a sud con 49000 uomini e altri 2000 mercenari scozzesi e tedeschi.
Lo scontro infine avvenne sulle alture intorno a Ussel. Delsez lanciò l'attacco per primo, colpendo all'improvviso il campo francese con i Baschi, che furono però costretti alla ritirata. Il re mosse quindi, spiegandosi nel paese, bloccandone le vie e questa fortificazione portò a un'attesa di molte ore, fino al tardo pomeriggio; l'attacco iberico fu preceduto da un pesante bombardamento, a cui si rispose coi più lunghi cannoni francesi. Spinto dalle gravi perdite dell'assalto, Delsez si fermò subito, fingendo di ritirarsi.
Lo stato maggiore decise allora per l'azzardo: dopo il tramonto, previo altro bombardamento, tutta la fanteria si sarebbe riversata nel villaggio, mentre la cavalleria l'avrebbe circondato. Presi alla sprovvista, i soldati riuscirono a scampare solo in piccoli gruppi, vincendo i cavalieri sul terreno montuoso, ma il re fu catturato. Ancora oggi non è ben chiaro come gli uomini di Delsez abbiano potuto prevalere così facilmente sui francesi, che comunque erano ben superiori sia d'armamento sia di numero, sebbene colti nella prima sera; si parlò della corruzione dei mercenari o addirittura alla defezione dei fiamminghi, il cui duca fu tra l'altro trai cinque messi garanti mandati a Limoges per chiedere un riscatto.
Il comando delle operazioni fu riassegnato a Coligny, mentre la reggenza la prese il fratello del re, Robert; poco dopo la battaglia Suvegny morì di polmonite a Barcellona; le migliaia di prigionieri francesi furono portate a Bordeaux e nella regione circostante.
La risposta svedese non tardò: Hans Boije af Gennäs, con 10.000 uomini (l'unità strategica svedese dell'epoca) sbarcò in Francia, ma mentre si preparava a Parigi fu richiamato in patria a causa dell'invasione careliana, togliendo un problema a Delsez.
Robert, principe di Vandea, già ministro degli esteri, attuò subito la sua strategia: ad agosto, con un'abile manovra, convinse la da poco incoronata regina Elisabetta a mettere da parte le divergenze, ottenendone l'appoggio militare in cambio di Calais e del riconoscimento delle conquiste entro l'Aquitania, una volta vinta la guerra.
Così, nell'inverno del 1559, il barone di Wight sbarcò con 3000 uomini in Aquitania, governata dalla Linguadoca, senza incontrare resistenza. Per assicurarsi il controllo della regione e avere una riserva da mandare a sud, dopo aver conquistato Bordeaux liberò i prigionieri francesi e li armò alla bell'e meglio, dirigendosi a nord, mentre Coligny attaccava con le nuove l'esercito andaluso che assediava Limoges.
Questi però fu sconfitto al ponte di Rime (2 febbraio 1560) e così gli Inglesi si trovarano a mal partito. Prima ancora di entrare in contatto, Elisabetta ordinò il ritiro immediato, ritirando i patti (senza, d'altronde, che Calais fosse stata effettivamente occupata); i liberati tornarono prigionieri.
Rimasta praticamente isolata, la Francia versava in cattive condizioni. Robert catturato a Tours,riuscì a fuggire, decidendo però di chiedere la pace. Poiché le trattative andavano per le lunghe, des Barres, nominato comandante supremo, tentò di giocare l'ultima carta: convinse il nuovo, volubile duca di Linguadoca, Thibaud II, a rendersi indipendente, mentre il grosso dell'esercito stazionava molto più a nord. Accettò, usando però solo le sue forze e fu quindi sconfitto a Girona dallo stesso Ismail III, con un'armata raccogliticcia. Decapitato per alto tradimento, la corona fu offerta al cugino Gaston, senza però la Guascogna, l'Aquitania e il Poitou, limitandosi al precedente dominio sul Rossiglione.
Lo stesso re poi si recò a parlamentare la resa fracese: chiese solo un piccolo indennizzo di guerra, assicurando il rilascio di ogni prigioniero francese (tra cui il precedente re), in cambio di tutte le conquiste di Delsez antecedenti la battaglia d'Ussel. Il principe reggente fu costretto ad accettare.
Controffensiva francese al ponte di Rime (non nel campo)

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