sabato 18 novembre 2006

La Prima Guerra Nasride-castigliana


Granada nel 1337
333 succedette a Mohammed V il figlio sedicenne Yusuf. Non si sa bene cosa fece nei primi anni del regno, salvo qualche edificio che riporta il suo nome ad Almeria e la costruzione dei porti ad Algeciras e Malaga. Nel 1338, conscio della debolezza del suo regno, si sposò con una donna della corte di Ceuta, Melek Mansoor e quello fu il suo unico matrimonio, per ridurre al minimo le spese e, ancora più azzardatamente, approfittò di uno screzio fra Aragona e Castiglia per allearsi con la prima, sperando così di poter contare su un potente alleato.
Nello stesso anno nacque il primo figlio, Sami, ma morì in fasce. Ad Algeciras e poi a Granada furono finalmente importati da oltreconfine i primi modelli di balestra e dei martelli da guerra che si diffondevano.
Nel 1340, Alfonso IX il Vendicativo di Castiglia, sperando di poter far valere la sua enorme forza militare, dichiarò guerra a Granada. Yusuf si aspettò l'aiuto pattuito da Pedro d'Aragona, ma egli rifiutò di esporsi e lasciò i Nasridi da soli. Yusuf si vide costretto a reclutare ogni uomo valido di tutto il regno e tutti gli eserciti si aquartierarono tra le montagne dell'Andalusia meridionale (Sierra Nevada) in attesa degli eserciti provenienti da Cordoba, Cadice, Aracena, Siviglia e Badajoz che marciavano verso Granada. E gli eserciti alla fine si scontrarono in estate su quelle montagne, non lontani da Órgiva. Alfonso schierava 10.000 cavalieri, 6.000 fanti professionisti, 2.000 alabardieri, 3.000 balestrieri genovesi e 15.000 miliziani leggeri. Yusuf poteva contare su 1500 cavalieri leggeri, 500 pesanti, 10.000 arcieri, 8.000 fanti pesanti e 10.000 leggeri. La battaglia durò circa sei ore, durante le quali i castigliani lasciarono sul campo 7300 morti e 2000 feriti o prigionieri (e altri 1200 sarebbero stati uccisi nell'inseguimento) e gli arabi 5400 uomini più 3000 feriti. Fu catturato il conte di Badajoz e dal riscatto si ottennero 1300 fiorini.
Sembrava il momento propizio per chiedere una tregua, dato che stavano arrivando gli eserciti dei vassalli, ma Yusuf invece prese i superstiti della battaglia e marciò verso Aracena, conquistandola in agosto. Marciò poi verso Siviglia , trovandola quasi sguarnita e conquistando l'importante città. Un troncone che egli stesso guidò, formato dai soldati migliori, sfidò l'inverno andaluso per scendere alla più calda Cadice e occuparla, battendone la guarnigione nei pressi delle mura. Per evitare che la nuova maggioranza castigliana si ribellasse in quelle tre città, seppur a prezzo di gravi sacrifici, fu vietato ai soldati di darsi al saccheggio. Ma al disgelo, mentre gli eserciti arabi si riorganizzavano a casa loro in vista della nuova campagna primaverile, tempestivo l'esercito spagnolo che aspettava dall'anno scorso di entrare in azione assediò Granada. Non si hanno notizie precise sulle forze in campo, ma Yusuf, preventivamente ritiratosi dalla città, tornò col nuovo esercito, pronto a dar battaglia. Questa però fu evitata, perché sia il duca di Murcia (il comandante spagnolo) e Yusuf immaginavano che sarebbe stata una battaglia cruenta ma infruttuosa. Pertanto i due eserciti si ritirarono e Alfonso IX, per evitare rivolte dei vassalli, fu costretto a firmare la pace ratificando le conquiste di Yusuf. Egli diede poi in feudo, a suo figlio Malik una volta maggiorenne, la città di Siviglia e titoli di emiro di Siviglia e Almeria.

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