sabato 18 novembre 2006

L'ampliamento della guerra

L'Africa

Fino ad allora, l'impegno bellico della Svezia si era limitato all'invio di un contingente di cavalleria all'esercito di Coligny, che operò poi in seguito con l'armata reale. Però si era impegnata a convincere il Benin in funzione anti granatina nell'Africa occidentale. Nell'inverno 1558, mentre il corpo di spedizione indiano veniva preparato, l'armata guidata da un tale Onaiwu, equipaggiata dagli Svedesi, attaccò la milizia confinaria deil Songhai, sfondando rapidamente e arrivando a Bandiagara.
Fu solo una dimostrazione di forza, dato che gli effettivi erano la metà, così dopo una settimana d'assedio l'esercito tornò sui suoi passi, lasciando altri gruppi armati a guardare la frontiera.
Dovendo rispondere all'attacco, Granada approntò un esercito coloniale di 8000 uomini, pronti per marzo, a Nouadibou, ma poi si optò per un più veloce assembramento di forze nella città Songhai di Djenné, per poi attaccare Bambuk.
Nel frattempo, a causa di alcuni scontri particolarmente violenti a nord, Onaiwu era stato costretto a lasciare gli uomini con le armi da fuoco alla frontiera.
L'armata coloniale si addentrò nel territorio del Benin, assieme a mille ausiliari del Songhai, ma fu intercettata da Onaiwu presso Banfora.
Colti di sorpresa nel terreno difficile e a corto di rifornimenti, gli invasori furono annientati. La sconfitta fece molto scalpore in patria, poiché gli eserciti di Granada erano considerati imbattibili dal tardo 1300 ed essere sconfitti da un'armata che si credeva combattesse ancora con tattiche medievali era impensabile. La colonia prevalentemente portoghese della Sierra Leone era particolarmente minacciata: il governatore locale, Roberto Sodao, s'era inimicato il piccolo regno Mende che si era formato da pochi anni e l'Oba del Benin si era alleato con loro.
Fu istituita un'altra armata, formata da mercenari berberi, Arabi del Marocco e milizie native nelle colonie, guidata dallo stesso emir supremo in Africa, Raul Lopez. Raccolti 3.000 uomini, il Songhai ne potette inviare solo 500. Con questa scarsa forza, Lopez sbarcò in Leone, battendo i Mende e obbligandoli a un'alleanza forzata. Per rimpinguare le sue fila, fece leva sull'indipendentismo degli Ashanti, che avevano sempre cercato di contrastare l'espansionismo yoruba. Il loro Asantehene, Otumfuo Nana Manu, consegnò Kumasi con il suo territorio e 9000 soldati a Lopez, con l'intesa di mantenere un maggiore potere una volta finita la guerra rispetto al centralismo a cui era sottoposto. L'esercito così rinfoltito si diresse verso Bambuk, la città più importante nel Benin occidentale, fondata da poco tempo prendendo il nome della regione omonima.
La marcia fu completata due mesi dopo e i due schieramenti si incontrarono proprio nella piana di Bambuk.
Lo scontro fu abbastanza classico. Gli osservatori svedesi avevano aiutato ad addestrare la fanteria veterana del Benin a combattere in maniera europea, con anche alcuni contingenti di cavalleria, mentre la maggior parte dell'esercito si schierava in modo classico. Lopez aveva potuto portare con sé solo cinque cannoni, mentre Onaiwu ne aveva 10, tutti navali, maneggiati da norvegesi e finlandesi.
Le due "falangi" si scontrarono al centro del campo: quella del Benin, con 10000 uomini, era molto più grande, ma gli uomini erano armati più leggermente e lo schieramento granatino degli archibugieri faceva prevalere la loro potenza di fuoco. I 250 cavalieri del Songhai ebbero facilmente ragione delle loro controparti, ma furono bloccati dai cannoni.
Vedendo che con la copertura dell'artiglieria altri 15000 uomini armati tradizionalmente stavano per attaccare i picchieri a sinistra, Lopez mandò gli Ashanti del capo Adofo, che s'incunearono tra lo spazio creatosi nel gruppo dei nemici e con velocità assalirono i cannonieri. Incuranti delle perdite, ignorarono quei quindicimila che cercavano di circondarli e rompendo un punto debole attaccarono alle spalle la falange del Benin, che fu compressa e mandata in rotta. La compatta formazione granatina si disperse all'inseguimento e Onaiwu colse l'occasione guidando la fanteria leggera alla carica. L'attacco fu però fermato a un passo dalla vittoria sui fanti pesanti dagli Ashanti, che colpirono in un collo di bottiglia formato dagli alberi. Lopez riradunò i suoi e li mandò contro il lato ancora libero della formazione nemica. In un ultimo tentativo di rompere le linee, Onaiwu guidò i suoi 500 soldati d'élite alla carica della posizione dell'Ashanti, ma fu inutile e lo stesso generale morì.
Poiché la stagione delle piogge era ormai arrivata e Lopez dovette dare una battuta d'arresto fino a Novembre. I locali Fula non accolsero troppo bene l'arrivo di altri invasori e non si riuscì ad arruolarne troppi, mentre il vicino re dei Wolof accettò il nuovo governo, sperando così di mantenere le sue prerogative.

Nessun commento: