sabato 18 novembre 2006

Il decennio 1360-1370

Decennio perlomeno pacifico. I primi tre anni non portarono alcuna novità rilevante, tranne il completamento delle fortezze enormi di Almeria e Malaga e la nomina a maresciallo dell'eccezionale Salman, che però spesso e volentieri riceveva incarichi anche in altri campi. Nel 1362 il papa bandì la crociata per conquistare Tunisi, a cui risposero quasi tutti i nobili germanici. Nel periodo però arrivò in Europa una malattia i cui batteri erano comparsi proprio durante la peste bubbonica di anni prima (che pure imperversava ancora in certe zone della Asturie). Era la peste pomonare (il batterio, solo leggermente modificato, era sempre lo Yersinia Pestis). Il periodo d'incubazione durava da 1 a 7 giorni e si moriva di solito per un acuto edema polmonare. La mortalità, sia per le complicazioni che comportava la malattia sia per il modo di diffusione era prossima al 100%. Il primo caso in Spagna si registrò nuovamente a Cadice, il porto più attivo dell'emirato. A marzo i primi casi dell'epidemia descritta che arriva da oriente furono notati e si tentò di arginare il problema mettendo in quarantena (o quasi) l'intera città. Provvedimento davvero duro e non permise a molti potenziali sani di fuggire dalla città, ma almeno solo pochissime cittadine dell'entroterra furono colpite dall'epidemia. In ottobre l'epidema sembrava finita e si tennero grandi festeggiamenti in tutta la Spagna Nasride; successivamente fu incoraggiata l'emigrazione dei contadini in una città ormai quasi deserta e Yusuf cercò di far risollevare Cadice usando il patrimonio personale. Sembrava che il pericolo di soccombere a quella variante di peste fosse scampato, cercando anche di chiudere ai più le frontiere. Nel 1365, forse portato dai mercenari bavaresi al soldo inglese, dalla Francia meridionale il tifo scese i Pirenei e iniziò a imperversare in tutta la Spagna settentrionale. Nel 1366, in febbraio, scoppiò in Catalogna la malaria, a luglio in Portogallo arrivò il vaiolo e la peste polmonare riuscì a oltrepassare i confini nasridi, arrivano prima in Murcia e poi ad Almeria. A poco servirono le misure igieniche e le restrizioni imposte per arginare la peste. In poche settimane tutta la penisola ne era preda. Eppure, la corte reale si salvò per ben due anni da questa piaga. Fino al 1368.
Nel 1368, quando almeno nel sud la peste stava arretrando, Melek Mansoor la contrasse e morì in modo doloroso come tutti gli altri appestati. Ma nessuna notizia fu più sconvolgente del fatto che pure Yusuf ad agosto fu dichiarato dai medici di corte appestato. La figura venerata dello stato era caduto ai colpi della malattia. Morì una settimana dopo, lasciando uno stato dove quasi nessuno era disperato e aveva approfittato della semianarchia creatasi per procacciarsi da vivere in modo violento, ma tutti ormai non avevano speranze e si avviavano a un lento declino. Così, a settembre, il bastardo Salman ibn Yusuf Nasrid prese il potere, ergendosi come un nuovo salvatore alla popolazione. Spese più della metà del suo ricco patrimonio personale per ricostruire l'economia distrutta e confortare i suoi sudditi. In due anni circa la situazione iniziò a stabilizzarsi e le rivolte nell'Aragona controllata dai Marinidi iniziarono a perdere d'intensità.

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