domenica 14 dicembre 2008

Gli ultimi anni

[b]Gli ultimi anni[/b]

Il 1811, nonostante tutte le difficoltà, sembrava favorevole alla coalizione per sconfiggere definitivamente i Russi.

[i]La campagna del Baltico[/i]
Approfittando del precoce disgelo del Baltico, il corpo d'invasione svedese sbarcò a marzo nei possedimenti baltici occupati dai Russi e in tre mesi li liberò tutti. Ad aprile inoltre furono liberate tutte le regioni finlandesi occupate a inizio guerra.
Ma anche unendo tutte le forze svedesi sul Baltico, la Svezia non avrebbe potuto attaccare San Pietroburgo.

[i]La vittoria pirrica di Kutuzov[/i]
Sempre a marzo, Kutuzov riprese le manovre, attaccando gli Inglesi a Belzig.

L'ennesima sconfitta del generale McKeith però servì a poco: su Berlino convergevano da sud Francesi e Granatini, che Kutuzov riuscì a incontrare, marciando a tappe forzate, sul Grubensee.
Anche in questo frangente, la cautela con cui bin Osama e Soult conducevano le loro armate impedì di assestare un colpo definitivo ai Russi: infatti, mentre bin Osama combatteva tra il lago e Limsdorf, Soult non approfittò dell'errore fatto da Kutuzov, che aveva mandato Tormasov troppo a nord e non attaccò il fianco esposto del maresciallo e si limitò a impadronirsi del piccolo deposito divisionale a Lindenberg; quando Kutuzov seppe che gli ussari francesi erano stati avvistati, ebbe tutto il tempo per ordinare il rpiegamento, anche perché Soult si era bloccato alla notizia che le avanguardie di Tormasov avevano attaccato alcuni reggimenti a Rietz-Neuendorf.
Tale attacco di Tormasov fu bloccato dal generale quando arrivò l'ordine di tornare verso Berlino; fu lasciato però uno schermo di cosacchi che ritardò di diverse ore l'inseguimento.
Il giorno dopo, preso atto che, a meno di non combattere nella città stessa, non avrebbe potuto difendere Berlino contro un nemico senza che un altro esercito non si avvicinasse alla città. Così, il 28 marzo abbandonò Berlino, diretto in Polonia.

Neanche in quel caso i suoi nemici seppero sfruttare l'occasione, poiché, dopo l'occupazione della Prussia, nacquero discordie fra i due schieramenti: Francia e Granada volevano proseguire in Polonia, mentre Svezia e Regno Unito pianificavano di sbarcare alla foce della Neva, per prendere San Pietroburgo e quindi puntare direttamente su Mosca.

[i]Le campagne di Polonia e di Valacchia[/i]
Prima ancora che le armate passassero i nuovi confini polacchi, una nuova crisi aveva colpito i quadri dell'esercito di Granada: lontano ormai da sei anni, il re era richiamato a gran voce a casa. Torres, il cui governo stava attraversando diverse difficoltà dovute alla durata della guerra, aveva bisogno della presenza stabilizzante del sovrano, che invece pareva completamente a suo agio al comando dell'esercito.
Dopo le incessanti preghiere del suo primo ministro, a maggio il re iniziò il suo viaggio verso Granada.

Nello stesso mese ripresero a marciare gli eserciti. Il 7 entravano in Polonia bin Osama e Soult, il 10 McKeith e Stålhammar; solo il 1 giugno Lovinho, il sostituto di Nasr, arrivò da sud.

Kutuzov ebbe l'ordine di ritirarsi del tutto dalla Polonia, portandosi con sé il re. L'abbandono di Varsavia da parte del monarca aiutò l'occupazione della Polonia, nel caos. Ufficialmente venne ridato il trono al re Poniatowski, ma per il momento il governo effettivo fu quello militare. Kutuzov entrò in Bielorussia, ma tornò indietro per cacciare gli assedianti di Hrodna e fermò l'avanzata fino a luglio.

In Valacchia invece, as-Sahl sconfisse Putschoff a giugno, per procedere e rioccupare tutta la Valcchia. Hikmet riconquistò Constanta e ponendo d'assedio Odessa a gennaio.

[i]La disastrosa campagna russa[/i]
A luglio, il maresciallo russo riprese la ritirata, questa volta però facendo terra bruciata, contando sulla vastità delle terre russe.
In effetti, nel primo mese di marcia, rifiutando lo scontro, Kutuzov fu in grado di rallentare considerevolmente gli avversari. Alla fine i generali inglese e svedese, pur con il parere negativo di Francia e Granada, che temevano una vittoria troppo decisiva da parte loro, marciarono verso il mare, dove si imbarcarono per la Svezia. Si sarebbe fatto lo sbarco il prima possibile, ma tale operazione venne ritardata dal proditorio attacco condotto tramite brulotti e navi incendiarie alla flotta svedese.

I due alleati, rimasti soli, continuarono la marcia, sempre più difficile a causa della mancanza di infrastrutture e rifornimenti; con l'arrivo dell'inverno, la situazione peggiorò solo. A pochi chilometri da Mosca, Kutuzov attaccò con tutti i suoi uomini.

[i]La battaglia di Zvenigorod[/i]
Il 3 novembre, gli ussari francesi erano arrivati nel villaggio di Lokotnya, a ovest di Mosca, sperando di trovarvi qualche provvista nascosa dai contadini in vista del ritorno. Avendo trovato ben poco, alcune pattuglie si spinsero, nella foresta, a Pokrovskoye. In quel tragitto incontrarono un battaglione di fanteria russa, che li sorprese e massacrò. Il battaglione continuò e mise in fuga i cavalieri.
Verso le 13, a Onufriyevo, il corpo d'armata di Grion incontrò la divisione di Ivanov. Il corpo di Grion, uno dei più segnati dalla campagna, dovette ritirarsi. Kutuzov, ormai informato che l'esercito francese era sparso tra Tuchkovo e Sychevo, con le truppe disorganizzate e alla ricerca di riparo e cibo. Anzi, il problema sarebbe stato individuare ogni unità francese sparsa in quell'area.

Il maresciallo ordinò a due corpi d'armata di procedere e incontrare il nemico, mentre si preparava per la marcia il 5° Corpo, quando arrivò la notizia che la fanteria di Lovinho stava arrivando da sud-ovest.
L'arrivo della divisione di Mendez ad Akulovo, dove stazionava una batteria ippotrainata, prese di sorpresa Kutuzov, che credeva l'esercito di Granada più indietro. Il terzo corpo d'armata sotto il suo comando, che avrebbe dovuto attaccare a Tuchkovo, lo mandò a difendere Kubinka e richiamò i 50000 uomini di Sarzjin da nord, perché attaccassero i Francesi.

[continua]

6 commenti:

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Un caro saluto
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