domenica 14 dicembre 2008

1810-1811: la controffensiva.

Dokhturov, senza forze sufficienti per attaccare il cuore dell'Impero, si ritirò in Bulgaria e poi abbandonò pure quella, per tornare in Serbia.

La Germania
Nel frattempo, gli eserciti in Europa occidentale non erano rimasti con le mani in mano. Tutti i nemici dei Russi avevano riorganizzato i loro quadri e l'organizzazione, adottando, come già detto, l'organizzazione in corpi d'armata e migliorando la logistica.
Il 2 marzo 1810, fu siglato il cessate il fuoco tra Francia, Granada, Regno Unito e Svezia, che sarebbe durato fintanto che la minaccia russa fosse rimasta presente.

Ad aprile sbarcarono 22000 Inglesi in Frisia e 32000 Svedesi attraversarono il Kattegat per unirsi alle guarnigioni rimaste in Danimarca. Poco dopo anche Francesi e Granatini tornarono all'attacco.

La marcia fu nei primi tempi veloce: Kutuzov, accerchiato, abbandonò le regioni immediatamente confinanti con quelle occupate dai nemici e si spostò a est, lasciando la Sassonia al suo destino.
L'esercito sassone tentò un'ultima difesa, che venne facilmente vinta. Inglesi e Svedesi da nord ebbero ragione degli alleati tedeschi di Kutuzov, Francia e Granada ripresero i territori occupati l'anno precedente dai Russi. Tuttavia, Kutuzov intercettò l'armata svedese, che era stata quella più veloce, al Goldberger See in Meclemburgo e la sconfisse, riconquistando Schwerin e inducendo i Britannici a fermarsi.

Nuovamente, l'avanzata degli alleati rallentò, in questo caso perché dovettero rioccupare praticamente tutti i territori persi; l'armata di Granada entrò in Austria e Nasr divise le sue forze, dirigendosi con una metà in Slovenia e mandando bin Osama in Boemia; l'armata francese invece proseguì abbastanza compatta verso est.

Boemia
Bin Osama, quando entrò a giugno in Boemia, si ritrovò a dover combattere non contro l'esercito boemo, sbandato dopo la fuga del granduca, ma contro una guerriglia nata dopo la proclamazione della repubblica. Le fazioni filo-russe, armate eccellentemente durante l'occupazione, iniziarono la resistenza con un attentato al nuovo ministro dell'interno. Essendo fallito, si passò alla guerriglia vera e propria, normalmente contro i repubblicani collaborazionisti (essendo presente anche una fazione democratica ma filo-russa), a volte attaccando l'esercito granatino.
Il generale, secondo gli ordini ricevuti, lasciò 5000 uomini e procedette a nord. Questa forza fu impegnata quasi fino al termine della guerra a combattere la tenace resistenza, dovuta anche al fatto che il generale Mexien appoggiò i Tedeschi boemi , la fazione più ricca e quindi che faceva più gola alle altre, nelle loro rivendicazioni di potere.

Ungheria
Nasr attaccò la Slovenia assieme all'esercito veneto ed emiliano condotto da Adolfo d'Este, catturando Maribor e quindi sconfiggendo i Russi a Celje. Nasr proseguì verso l'Ungheria, mentre Adolfo si diresse il Dalmazia, dove si incontrò con le forze del re ungherese, che erano rimaste bloccate in quella regione. Tuttavia, anche gli anti-laszlisti erano ben organizzati e armati e usarono la guerriglia per rallentare il re andaluso, mentre Dokhturov tornava velocemente a nord, lasciando solo due corpi d'armata a difesa dei Balcani meridionali. Contro ogni previsione, ad agosto i Russi fermarono l'offensiva, grazie anche all'aiuto dei loro partigiani, perdendo solo la pianura carpatica nord-occidentale, la Croazia e la Bosnia occidentale.

Europa orientale
Kutuzov aveva sconfitto gli Svedesi e fermato gli Inglesi, ma doveva continuare a ritirarsi, per incontrarsi coi rinforzi in arrivo dalla Bielorussia.
A luglio, ormai solo la Prussia-Brandeburgo era ancora nelle mani dello zar. Ma gli eserciti si erano sparpagliati nell'avanzata, così Kutuzov tornò all'attacco, battendo di nuovo gli Svedesi, per poi rientrare in Anhalt e sconfiggere l'armata franco-inglese che aveva da poco finito l'assedio di Magdeburgo.
Le continue schermaglie a cui sottoponeva i suoi nemici gli permisero di rimanere in Prussia fino a ottobre, pur perdendo molte miglia di territorio (e Berlino a settembre).
Ma l'arrivo dei tre corpi d'armata di rinforzo permise a Kutuzov di vincere il nemico nella sanguinosa battaglia di Chodzież, dopo la quale tornò in Prussia e obbligò gli avversari a fermarsi per ricompattarsi. Arrivato l'inverno, si arrestarono le operazioni.

I Balcani
A sud, fino a settembre 1810 la Bulgaria rimase occupata dai Russi, poiché l'impegno principale era quello di armare e addestrare, secondo gli standard desiderati dal sultano, le migliaia di coscritti provenienti da est. A settembre quindi l'esercito si scontrò contro l'armata di Putschoff, vincendola; questi si ritirò in Valacchia, lasciando che fossero i nuovi stati balcanici a vedersela con gli ex-padroni.
Ma pure in questo caso, la resistenza degli indipendentisti (favorita anche dalla tolleranza zero degli Ottomani) impegnò gli alleati fino al 1811 inoltrato. Gli hajduk in pratica neutralizzarono la forza dell'armata dei Balcani, impedendo l'accerchiamento di Dokhturov.

La sconfitta di Dokhturov
Finalmente, si ebbe ragione del tenace russo a febbraio del 1811.
Mentre negli altri teatri le campagne erano già finite, Dokhturov volle approfittare della sollevazione di Seghedino per attaccare Nasr.
L'esercito russo incontro i Granadini a nord di Seghedino all'alba del 3 febbraio. Dokhturov disponeva di 41000 Russi e coscritti locali, più 6000 anti-laszlisti. Nasr invece aveva 36000 veterani delle campagne in Germania, 2000 cavalieri tunisini e 14000 Ungheresi.
La battaglia si svolse durante una pesante nevicata e per causa sua gli schieramenti fecero sì che gli Ungheresi si trovassero faccia a faccia; oltretutto gli anti-laszlisti avevano le uniformi ocra dell'esercito regolare, con solo un fazzoletto bianco al collo per distinguersi. Nei boschi sul fianco sinistro, la battaglia per molte ore rimase statica, fra qualche scarica di moschetteria, ordini confusi e assalti all'arma bianca le poche volte che ci si distingueva, e anche il resto della battaglia procedeva a stento.
Dopo le pressanti richieste di Béla, Nasr mandò la Guardia sul fianco sinistro, dove riuscì a mettere in fuga i filo-russi (numerosi resoconti parlano di fuoco amico) e quindi la cavalleria granatina sconfisse quella russa, permettendo l'accerchiamento dei Russi, che dovettero ripiegare sul lago Feherto. Nasr, approfittando della presenza di batterie ippotrainate, completò il massacro facendo bombardare il lago ghiacciato. Due giorni dopo, braccato dai cavalleggeri andalusi, l'esercito di Dokhturov si arrese con l'onore delle armi.

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