La massima espansione dei due imperi.
Napoli e Roma Nel 1704, con la bolla "Non datur", Clemente XI proclamò nullo il primato dei re di Angiò-Borbone sullo Stato Pontificio e la sua totale indipendenza da ogni nazione straniera. Nonostante la minaccia di scomunica, re Roberto V continuava a minacciare la guerra; il tutto si risolse con la mediazione francese, con cui le Due Sicilie rinunciò alle sue pretese sullo stato papale ma guadagnò le Marche.
Le Americhe dopo le grandi epidemie è attorno all'inizio del XVIII secolo che le epidemie europee colpirono nuovamente il continente americano. Tali malattie avevano già aperto la strada agli Europei in molte zone del continente, soprattutto nei Caraibi e nel sud dell'America Settentrionale, dove in pratica i coloni inglesi si sostituirono alla popolazione nativa. Stessa sorte ebbero molte tribù della costa orientale del continente. Praticamente tutto il sud America fu vessato da queste, tranne l'Impero Inca. Infatti sin dal 1500 gli Inca avevano decretato che gli unici contatti con l'esterno dovessero essere con dei mercanti che avessero superato la quarantena, dopo che la spedizione diplomatica a Tenochtitlan aveva parlato di cosa stava colpendo l'impero. Anche l'Impero Azteco, sotto il regno di Momoztli I, sperimentò la distruttività delle malattie d'Oltreoceano. A metà del 1500 il tifo e il vaiolo colpirono lo Yucatan, per poi espandersi assieme alle altre malattie per tutto il Centroamerica. A Tlaxcala e in tutte le città del lago Texcoco la popolazione fu falcidiata per il 90%. Tuttavia, l'Impero resistette, poiché gli Inglesi erano ancora impegnati nella colonizzazione delle terre a est del Messico. Tale crisi, paradossalmente, rafforzò la monarchia assolutista, poiché eliminò una grossa fetta della nobiltà azteca (quando comunque la famiglia reale era una) e anche quella delle popolazioni non nahuatl; quest'ultima appoggiò l'huey tlatoani nella sua decisione di non chiudere i propri mercati agli Europei. Le epidemie comunque non sterminarono completamente il popolo e, lentamente, i nativi svilupparono una certa immunità alle malattie infettive e la loro incidenza nel secolo successivo raggiunse livelli simili a quelli europei. Comunque, tali batteri furono un'arma importante per gli Aztechi quando si scontrarono contro i Navajo e gli Apache, obbligandoli spesso ad abbandonare i loro territori. In America Settentrionale solo due tribù di una certa importanza riuscirono a resistere alle malattie e alle guerre con gli Inglesi: gli Uroni e gli Irochesi. Gli Irochesi nella guerra contro gli Inglesi furono infettati dal vaiolo tramite pellicce vendute dagli inglesi in cui erano stati avvolti i malati. Dopo circa due anni dopo gli Irochesi accettarono il protettorato inglese, con una certa indipendenza, onde evitare l'attacco dei nemici Uroni. Questi, più distanti dalle colonie, furono colpiti quasi subito dopo gli Irochesi, ma la lontananza dagli Inglesi e la loro confederazione con gli Algonchini per tutto il 1600 assicurarono la continuazione della guerra per bande.
In definitiva, all'inizio del XVIII secolo buona parte delle Americhe aveva sofferto di queste malattie. |
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5 commenti:
leggere l'intero blog, pretty good
necessita di verificare:)
Si, probabilmente lo e
necessita di verificare:)
Si, probabilmente lo e
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