venerdì 8 febbraio 2008

Il conflitto con l'Impero e la Russia

La guerra di Sardegna
Nel 1740, alla morte del duca di Sardegna, avendo sposato una nobile torinese, fu dichiarato il passaggio dall'egida francese al SRI. Questo cambiamento di signore portò alla guerra.
Sebbene non ufficialmente alleato con la Francia, Nasr ottenne il voto del Consiglio sulla partecipazione alla guerra, per alleggerire la pressione sui possedimenti italiani: la flotta che nel giugno-ottobre partecipò all'assedio di Nizza era granatina, così come l'esercito che prese possesso di Valenza. La breve guerra terminò comunque, quando il re francese a ottobre venne battuto sonoramente a Schlettstadt: accettò la pace e la cessione della Sardegna; Nasr, invece, si ritirò dal conflitto, senza peraltro aver mai dichiarato guerra. L'Imperatore, non trovando l'accordo degli elettori, non proseguì la guerra contro il nasride.

La sconfitta contro la Russia
Quasi contemporaneamente, la Russia, alleatasi con l'Ungheria, dichiarò guerra all'Impero Ottomano. Con l'obiettivo di cacciare gli Ottomani dalle sponde del Dnestr, la zarina Elisabetta voleva appropriarsi della Podolia, che fu invasa dal conte Christoph von Munnich, sconfiggendo l'armata locale. Pochi mesi dopo, l'esercito reale ungherese pose l'assedio a Rijeka.
Attaccato all'improvviso, il sultano chiese aiuto all'alleato, che propose di fomentare i mai del tutto pacificati tatari di Crimea e sbarcare lì. Una flotta turco-granatina sconfisse quella russa alla Baia di Kinburn, nel 1741. Furono sbarcati 30.000 uomini e questi conquistarono con facilità Kherson, per poi passare a sud.
L'intera Crimea si ribellò alla Russia e, per l'inverno, tutta la penisola e la città di Kherson erano fuori dal controllo russo e un'armata di 60.000 era pronta a marciare verso nord.

Sugli altri teatri, la guerra andava meno bene per gli Ottomani. Von Munnich a novembre conquistò la città moldava di Betsy a gennaio, tutta la regione istriana era in mani ungheresi; bande di predoni al soldo russo si spingevano nelle loro razzie fino in Calmucchia. Minacciato da numerose direzioni e senza sufficienti uomini da opporre, il sultano richiamò l'intero esercito dalla Crimea e lasciò il nuovo, proclamato da lui stesso, khan a vedersela da solo contro la nuova invasione russa: evitò i massacri, accettando di andare in esilio con i suoi subalterni.
L'armata di Crimea, ora contante circa 27000 uomini, fu mandata in Moldavia, a unirsi all'armata guidata da Hakimoglu Ali, il quale però perse alla battaglia di Strasheny. Nonostante si fosse trattata di una vittoria pirrica per von Munnich, il sultano si affrettò ad accettare la pace, cedendo la Podolia alla Russia e l'Istria all'Ungheria.
Battaglia di Kinburn.

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