sabato 24 maggio 2008

La morte di Yusuf VIII e l'ascesa di Nasr III

Con la fine delle ostilità in Ungheria e Italia, nessuno si illuse che l'Europa sarebbe rimasta a lungo in pace e tutte le nazioni del subcontinente si diedero da fare per prepararsi allo scontro.
Nel 1804 si spense Yusuf e suo successore fu il figlio Nasr.

Caduta della Repubblica Batava e dichiarazioni d'indipendenza
Sempre nel 1804, Regno Unito e Svezia decisero, con il consenso dell'imperatore, che era il tempo di rimetter lo stadtholder al suo posto. Così, un corpo di spedizione anglo-svedese sbarcò nel nord della repubblica, battendo con facilità le truppe olandesi, di cui gran parte dei generali mandati a combattare disertò per gli invasori e conquistando facilmente le città principali. Daendels fuggì, a sua volta, in Francia.

Il cambiamento nel regime fu accettato più nelle colonie che nella madrapatria, poiché la politica di Willem e della sua fazione era sempre stata favorevole all'economia coloniale, i cui patrizi avevano avuto difficoltà a tenere a bada gli indigeni durante la
parentesi batava. Facevano eccezione le isole di Mindanao e Mindoro, dove la presenza di liberali olandesi era maggiore ed era nata una buona sintonia fra coloni e Filippini. Proprio il meticcio governatore locale, Cornelis de Rutguyr, nel 1805 dichiarò che il dominio delle Province Unite sulle due isole era decaduto e la popolazione lo appoggiò nella ribellione. In più, metà della flotta olandese nelle Indie si trovava a Mindanao all'epoca e il suo ammiraglio appoggiò de Rutguyr. La repubblica di Mindanao però non visse molto: nel 1807, il governo olandese accettò la perdita delle due isole pur di recuperare le 45 navi dei ribelli. La soluzione venne da Dick van Krol, avversario interno del partito liberale. I suoi uomini eliminarono i precedenti capi e buona parte dei capitani di vascello, con la morte dell'ammiraglio, optarono per il ritorno all'ovile.
Per scongiurare invasioni, van Krol si "alleò" con la HEEC, assicurandosi la sua difesa concedendo enormi privilegi alla compagnia. Col suo appoggio, si nominò stadhouder perpetuo della repubblica, su cui applicò numerose politiche estremiste: vietò il culto religioso, aprì l'economia al liberismo totale (salvo per i monopoli inglesi), diede pari diritti ai Filippini, fortificò le isole e istituì la leva.

In contemporanea, nacquero le tensioni in Congo. Nel paese, si erano formati due tipi di alta borghesia: quella olandese e nativa filo-olandese, che si comportava come gli europei, i cui figli spesso venivano mandati a studiare in Olanda e si era data ad attività economiche molto redditizie e nuove per il paese e l'altra, più tradizionalista e normalmente risiedente all'interno. Questi basavano i loro proventi soprattutto sul traffico degli schiavi e sull'agricoltura; ritornato al potere Willem, la prima istanza che ricevette fu la loro, sul ripristino del traffico. Poiché l'ottennero limitatamente all'Africa e nello stesso anno l'influenza colpì le loro regioni, alcune famiglie aristocratiche iniziarono piccoli focolai di ribellione, destinati ad espandersi.


La Guerra dei Nove Anni: i preparativi
L'ascesa al trono di Nasr, uomo dalla cultura di stampo marziale, non avrebbe potuto avvenire in un momento migliore.
Nel 1802 era avvenuto l'avvicinamento, dettato da ragioni politiche, di Francia e Impero Ottomano, cosa che aveva permesso di rafforzare la morsa sull'Europa centrale, ora ancora più stretta con la probabile alleanza ungherese con la Francia e un rinnovato spirito combattivo in Russia. Il 25 febbraio del 1805 SRI, Province Unite, Regno Unito e Svezia si unirono nella Grande Coalizione. L'incentivo all'unione fu dato dalla notizia che l'esercito francese, ora riorganizzato sul modello granatino, si stava concentrando sulle frontiere. In effetti, l'esercito francese e quello granatino erano pronti ad invadere Olanda e Germania, con l'obiettivo di disfare lo scomodo gendarme d'Europa.
Con questo intento la Francia aveva proposto ai suoi due nuovi alleati di andare in guerra. L'ottomano accettò perché aveva ora mire sull'Italia; a Granda invece l'idea piaceva ai liberali sciovinisti, che volevano una nuova guerra coloniale, possibilmente contro Svezia e Olanda; la mozione però passò solo grazie ai voti degli emiri e del re.
La Francia così approntò tre armate di immediato utilizzo: una, da 37000 uomini, comandati dal marchese di Grouchy, doveva invadere i Paesi Bassi; una da 60000, guidata da Nicolas Soult, doveva invadere l'Alsazia settentrionale e di lì marciare su Dortmund, la capitale degli Askanien. Altri 60000 erano gli uomini di Ibahim bin Osama, che dalla loro base di Chaumont avrebbero invaso l'Alsazia meridionale per poi dare appoggio a Soult. 20000 soldati erano sbarcati a Genova, per invadere di nuovo il Piemonte e 4000 sarebbero dovuti sbarcare in Sardegna. Completavano lo schieramento i 10000 ottomani, in maggioranza italiani, che da Ferrara dovevano entrare prima in Lombardia e quindi in Veneto. Numerose altre divisioni erano comunque pronte per continuare l'invasione.

Il periodo Torres.
Le elezioni del 1804, dopo le precedenti avute con un'infima affluenza alle urne, sancirono l'ampia vittoria del partito dei Figli di Umar, il partito liberale militarista, in India, America, parte dell'Africa, Asia e in Aragona. L'anno seguente i parlamenti avrebbero dovuto mandare i propri rappresentanti a Granada. Appena avuti i risultati, i deputati dei partiti liberali proposero che a ogni legislatura i ministri e lo stesso vizir dovessero essere riconfermati o proposti dal parlamento e lasciare potere al re solo con le mozioni di sfiducia. Alla proposta, gran parte dei deputati conservatori lasciarono l'aula per l'indignazione, salvo i sette del Partito Nautico Coloniale. La proposta era del dal Ministro degli Interni; Nasr alla prima votazione si oppose, ma vedendo che anche il Maestro di Toledo e gli emiri di Africa Costiera, Firanja e India avevano votato a favore, ritirò il veto e accettò, con il 48% dei deputati assenti. La votazione di marzo 1804 diede un altro colpo all'assolutismo e determinò le dimissioni della maggioranza dei deputati conservatori. L'anno successivo, il 70% di seggi alla coalizione Figli di Umar - Ulivi del Progresso diede tutti i ministeri tranne uno ai liberali. Il nuovo vizir fu Jaume Torres, il figlio di un semplice tipografo.

Torres si era laureato in diritto nel 1776. Membro di varie commissioni commerciali in Africa, ebbe una travolgente carriera politica e nel 1793 era diventato governatore dell'Aragona, si presume anche aiutato dal suo matrimonio con la figlia del Maestro di Toledo. Fu il complemento perfetto a un re che non amava andare contro il parlamento e i ministri. Fu il supplente del re durante la guerra e l'artefice dell'egemonia del suo partito. Come prima manovra, tentò di prendere sotto l'ala di Granada Mindanao, ma le sue richieste eccessive gli fecero perdere l'occasione.
L'inizio della guerra.
Alla fine, la guerra che avrebbe portato a massacri in tutto il mondo partì il 7 marzo 1805, data in cui Grouchy varcò il confine per invadere le Fiandre olandesi. Due giorni più tardi, bin Osama e Soult entravano nell'Alsazia. L'invasione italiana, invece fu rimandata perché le condizioni del tempo impedivano il passaggio delle montagne. L'Alsazia fu occupata senza alcuna battaglia ma l'avanzata fu rallentata dalla situazione logistica francese. La nuova concezione logistica granatina, infatti, prevedeva piccoli depositi divisionali a circa 100 km l'uno dall'altro (con la distanza proprio espressa nel nuovo sistema metrico decimale), che venivano man mano spostati seguendo le truppe; gli altri eserciti invece continuavano ad affidarsi a grandi depositi da cui partivano enormi file di carri ogni giorno e Soult aveva mal calcolato la posizione dei suoi. Ciò diede tempo agli imperiali di ammassare le truppe.
Meglio sembrava andare nelle Fiandre, dove Grouchy sconfisse i difensori a Rumst ed evitò la loro ritirata ad Anversa, cacciandoli con successive scaramuccie fino in Zelanda. Fece però l'errore di voler prendere a tutti i costi la fortezza di Sluis, che la divisione di rinforzo avrebbe potuto tranquillamente tenere a bada.
Di fronte a quella stasi dell'aprile 1805, Nasr, insofferente verso gli affari interni, decise di prendere il comando dell'invasione italiana, da poco divenuta fattibile. Lasciò quasi tutti i suoi compiti a Torres, che ora gli era ancora più vicino perché anche Nasr aveva recentemente sposato la figlia minore del Maestro di Toledo; a metà aprile arrivò in Liguria, dove raccolse le truppe sparse per la regione ed entrò in Piemonte, dando quindi l'ordine al reggimento di Luzzani di invadere la Sardegna; la flotta poi bombardò Nizza, che il 18 aprile fu conquistata dai Francesi. Adolfo d'Este, il comandante ottomano, partì ed entrò a Mantova il 20 aprile.
Regno Unito e Svezia ancora temporeggiavano.
La battaglia di Rumst.

1 commento:

Carlo Menzinger ha detto...

Questo blog mi è stato segnalato da Antares666 che sà quanto trovo interessanti gli sviluppi ucronici della storia. Una volta immaginato un "nuovo mondo", mi piace sfruttarlo per tirarne fuori un romanzo (cosa che ho fatto con la vita di Colombo e di Giovanna D'Arco).