sabato 24 maggio 2008

Conflitti e riforme alla metà del secolo

Verso un sempre minore potere dei nobili.
Nel frattempo, Nasr e i suoi spalleggiatori, continuavano a operare per aumentare il potere regale sullo stato. Nell'editto del 1749, per ogni provincia stabiliva che una proporzione variante da 1/5 a 2/3 dei rappresentanti dovesse essere eletto tra quelli provenienti dai consigli cittadini (anche semplicemente sindaci), quindi in massima parte borghesi. Con questa mossa aumentò anche il peso politico degli arabi e iberici naturalizzati in altre parti del regno, poiché in molte regioni, questi erano ascesi ai vertici delle istituzioni urbane. In tale editto, la Francia, dopo aver perso tutti i deputati di Francia confinaria e uno del Poitou, venne riorganizzata: si vennero così a formare e province di Béarn-Armagnac-Pyrenées con 4 deputati e di Provenza-Linguadoca con 3.

Le spedizioni militari di Jamal bin Husain.
Il figlio del generale Husain era l'astro nascente dell'esercito granatino. A soli 27 anni fu posto a comando di una brigata di truppe d'assalto. A 29 comandò il corpo di spedizione in Crimea; fu reimpatriato prima dello spostamento in Moldavia a causa della contrazione della malaria.
Ripresosi, nel 1744 gli fu affidata la guida della mezza divisione (cinque reggimenti) gujarati, prendendo parte alla battaglia di Bassora contro il locale sultano, che fu sconfitto e divenne vassallo del Califfo (dieci anni dopo, alla morte senza eredi, Bassora passò sotto il controllo diretto dell'impero).
Grazie alla sua eccellente condotta, fu nominato generale di divisione, prendendo il comando della 2° divisione di fanteria kannada.

Nel 1746, alla spartizione del regno di Pegu da parte di Bengala e Arakan, Delhi rispose dichiarando guerra.
Jamal venne mandato con la sua divisione a supporto dell'invasione del Mysore nel Bengala, a cui partecipava anche un corpo di spedizione ottomano. Partecipò al fruttuoso assedio di Nellore, che pose fine al dominio bengalese sui Telugu. A nord, il sultano Adel sconfisse l'esercito congiunto di Bengala e Arakan, costringendo il sultano di Bengala ad asseragliarsi ad Allahbad. La pace fu siglata quando Jamal, trasportato dalle navi, era sbarcato qualche miglio a est da Cuttack, difesa da ausiliari di Pegu. Ancora in territorio bengalese, gli venne riferito che la sua divisione sarebbe stata sciolta appena tornato in patria. La notizia non venne accolta bene dai suoi uomini, per la maggior parte Dalit come paria e pulayar senza famiglia che avevano tentato la fortuna nell'esercito e temevano di non essere posti nella riserva. A ciò si aggiunse l'annuncio che non avrebbe avuto nessun comando sostitutivo dopo il congedo della divisione.
In attesa della flotta, Jamal fu contattato dal principe Tchin, comandante della guarnigione di Cuttack. Buddista, lui e il suo esercito non avevano in simpatia né l'Arakan né il Bengala, per la politica contro i buddisti intrapresa nella loro terra. Propose a Jamal un accordo: durante la guerra aveva incontrato numerosi nobili dissidenti ed erano pronti a ribellarsi; avevano solo bisogno dell'aiuto di un esercito che poteva sconfiggere le forze lealiste. Jamal, solleticato dall'idea di un dominio personale, accettò. Il 27 gennaio 1747 lasciò tornare in patria chi desiderava, rimanendo con più di 6000 uomini e dichiarando con gli altri capi la fondazione dello Stato dei due fiumi, perché si estendeva, in teoria, dal fiume Mahanadi al Hoogly. Proprio sul Hoogly fondò il suo centro operativo, Calcutta, che divenne insieme forte militare e ricettacolo di rifugiati birmani e bengalesi. Le forze del nuovo stato guidato dal consiglio dei nobili, sconfissero nell'estate nel 1747 i lealisti, cacciandoli dai loro territori e unendo quindi i propri. L'anno successivo fu l'esercito del sultano a essere battuto; questi allora chiese aiuto all'Olanda per porre fine a quella rivolta.
Sin dall'incontro fra Jamal e la flotta venuta a riportarlo in patrio, la marina granatina aveva posto il blocco ai porti dei ribelli; lo sbarco non era avvenuto a causa di problemi monetari. A ciò pose rimedio l'Olanda, che sbarcò 12.000 uomini, sconfiggendo uno per volta i nobili a capo dello stato; la malaria tra le truppe olandesi salvò Jamal e Calcutta per un anno ancora, infine dovette cedere. Il generale ribelle venne consegnato a Granada, che lo fece impiccare. L'Olanda, come pagamento, si prese una vasta regione fra la costa e Cuttack, lasciando tutto il resto al sultano, che fece sentire la sua vendetta. Si oppose però all'incendiamento di Calcutta, che divenne una città utilizzata come base dai mercanti olandesi.

La terza guerra del Rajput
Il 1750 segnò nel Rajastan l'unione di Ajmer e Udaipur nella persona di Rama Singh, aristocratico eletto re, alla morte senza eredi dei precedenti, dai propri pari, che speravano in una maggior forza culturale e politica contro i dominatori.
Alcuni signori dell'Ajmer, tuttavia, avrebbero preferito l'omonimo del vecchio re, Prithviraj, che era un suo cognato. Di fronte a questa opposizione, nel 1753 Rama chiese la legittimizzazione a Nasr, che però la rifiutò. Spinto dai propri elettori, nel 1754 si proclamò mahraja indipendente da Granata, attaccando e uccidendo i sostenitori del rivale.
La risposta di Granada fu tardiva, a causa di ristrettezze economiche e al fatto che il Ministero della Guerra aveva dato il nulla osta al reclutamento di una sola divisione, per lo più sindhi, nell'area. Senza sufficienti forze per attaccare, Rama Singh restò nel suo regno. L'offensiva venne da Delhi, che temeva l'espansione della ribellione anche tra i propri Rajput. E in effetti avvenne, dopo la sconfitta dell'esercito mandato a sopprimere il regno di Rama Singh, altri nobili si unirono a lui.
Granada non aveva ancora i fondi per armare sufficienti soldati né per chiedere la leva ai signori locali. Nasr allora autorizzò l'utilizzo delle Ombre, il corpo speciale, fino ad allora utilizzato nel Balcani per sopprimere focolai di rivolta e in Africa, per eliminare eventuali elementi sediziosi. Il capitano Barre, spedito in India con 400 uomini nel 1755, concepì un ardito piano: seppe che un giorno Rama si sarebbe incontrato nella città di Pushkar con gli altri nobili per tenere un discorso. Travestito da mercante afghano, con ottantasei uomini si diresse in quella città. Al momento dell'incontro, i soldati si fecero largo in mezzo alla folla e assalirono i loro obiettivi, uccidendo molti nobili e il re stesso e ferendone altri. Nella fuga dalla città solo due uomini riuscirono a raggiungere la frontiera con Marwar, ma l'azione fu molto importante: rimasti senza molti dei propri capi, tanti ribelli si arresero e rimasero all'esercito granatino e di Delhi solo qualche sacca di resistenza, che per il 1756 era stata annientata, anche grazie ad altri colpi di mano delle Ombre.
Comunque, fino ai primi del 1800, saltuariamente alcuni signorotti della regione iniziarono isolate e prontamente eliminate sollevazioni.
Pushkar, dove gran parte della classe dirigente del Rajastan venne uccisa.

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